“Perché il profumo è altrove / perché niente mi basta sulla terra”: Stefano Dal Bianco

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a Saperlo

In questa spudorata mattina di maggio
che si direbbe inesorabilmente
corrispondere alle rondini,
fantasticare di voli necessari
al compimento dell’attimo presente
per meglio comprendere il ruolo del vento
quando ritarda e l’ulivo qui sotto
al di là della strada
sprigiona la sua forza nell’attesa
e vibra, vibra di vita immobile,

in questa mattinata quasi astratta
dove nessun pensiero giunge a compimento
si fa strada l’idea di un nostro posto, qui,
un dolore calato dal cielo di piombo
che ci atterra e ci libera nel tutto.


*

Ora la pioggia di ieri e la grandine leggera
hanno rifatto il suolo e nell’umidità
le foglie morte sono ancora più morte,
ma non abbiamo niente da recriminare
perché nel sottobosco in realtà
ogni cosa ha cambiato colore
assomigliando il proprio a quello di ogni altra,
ciascuna contemplando morte e vita
come sempre in un giorno bagnato.

© 2024, Garzanti S.r.l., Milano.





Stefano Dal Bianco (Padova 1961) vive in provincia di Siena, dove insegna Poetica e stilistica all’università. Si è occupato prevalentemente di Francesco Petrarca, Ludovico Ariosto, Andrea Zanzotto. Ha pubblicato La bella mano (1991), Stanze del gusto cattivo (1991), Ritorno a Planaval (2001, 2018), Prove di libertà (2012). I suoi saggi di poetica sono raccolti in Distratti dal silenzio. Diario di poesia contemporanea, 2019.







Fotografia in copertina di Susan Q Yin

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