I maestri (VIII) – David Maria Turoldo

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(fuori programma)

Mai artificio sostenga il mio canto
già basti Il sorriso del Verbo
a renderlo radioso
e come grembo l’accolga il Silenzio:
che dunque si spenga ogni rumore
perché abbia la certezza di udirti
e più l’anima è deserta
più tu m’invadi…

*

(fuori programma)

Invece dovremmo rivestirti di sensi,
come un tempo darti un corpo:
non solo l’anima lo baci
ma farsi impuri di Dio
sentirlo fantasma che ti accompagna
in radioso splendore
in religiosi incendi…

Mi ferisce una pena d’avere rivestito
di concretezza amori che sono cenere,
fiori appassiti prima di sera
e avere sentito te, Dio,
incorporeo e lontano.

*

Salmo 13

Fino a quando, Signore?
Di anfratto in anfratto il grido si propaga
dai silenzi dell’anima.

Fino a quando continuerà
a ingoiarmi la Notte?
E tu a nasconderti: perché?

Forse anche a te è negato svelarti,
e resterai sconosciuto anche sotto
la coltre di morte?

Ma il canto ci salverà,
e splenderanno gli occhi
anche dall’oscura tua Notte.

Poesie da David Maria Turoldo, Luminoso vuoto, ultimi scritti (Servitium, 2016)


Questo solo bramire

Altri, sì, altri
scavalchino la siepe, altri

godano il dolce naufragio
nell’infinito mare

a me solo questo
bramire di cerva

tra
le petraie.

*

E nel silenzio

E nel silenzio ancora il Verbo
cui fa eco un vento
leggero leggero

*

E intanto i giorni

Intanto i giorni si rallentano
uno
più lungo dell’altro
e un altro
ancora più lungo, e la notte
ti esilia
per neri deserti:

quelle infinite
lucide notti! E il soffitto
e le pareti
che non sono più:
perduto
in un mare senza sponde.

E l’interminabile corridoio:
un tunnel sotto il mare
dove ti accompagna appena
una luce gialla
che balugina
non sai dove…

*

Anche la polvere

Neppure il poeta a te più caro
è riuscito a dire il vero:
che le cose – se il tuo soffio ritrai –
sono subito polvere:

è già un infinito la polvere
sul ciglio del Nulla.

*

E dunque

Anche se il Nulla ti circonda come un oceano,
anche se mai la Nube si scioglierà
e nessuno mai a occhio nudo
ti potrà vedere,
ti raggiunga il canto del cuore,
il canto colmerà l’abisso.

***

La cosa che vale è che Tu ci conosci
come noi non ci conosciamo:
Tu, luce della nostra coscienza.

Anche di amarti a noi è negato
se Tu non semini in noi l’amore,
sola fine della tua e nostra solitudine.

Poesie da David Maria Turoldo, Canti Ultimi (Servitium 2017)





Nota bio/bibliografica di David Maria Turoldo su Wikipedia.org

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