“Calma la confusione dei pensieri / i disturbi d’ansia, la paura delle spose”: Emilia Barbato

Autore/a cura di:


Poesie da Capogatto (puntoacapo, 2016)

Inverno minore

Il tempo che precede la lacerazione
è una bestia docile che tira
fuori la lingua in un inverno minore,
il fiato corto dei minuti condensa,
schiuma paure, il cuore
non devi praticarlo,
ha sentieri irrimediabili,
carichi di mine.


Sette

Deve esserci un’ulteriore inversione
nel cromosoma, una frattura
nascosta della catena
in cui nessun enzima riesce a penetrare,
una rottura irreparabile,
un filamento che continua a strapparsi
orientandomi verso l’abbandono,
generando una cisposa
difesa negli occhi,
l’assenza feroce di una risposta,
deve trattarsi
necessariamente di una perdita,
una fuga progressiva
della materia, dei ricordi,
degli sguardi, del tono
caldo della voce.
Dove sei?
Padre, uomo,
amico, mentore,
su quale sedia elettrica
ti condannano?
Morirai nuovamente
tu ultimo dei giusti?
Mi lascerai ancora
sola, ansante
a guadare queste acque?
I gorghi freddi
che scherzando battezzammo giorni,
una ressa senza te
mi avvince,
lasciandomi disattesa,
conclusa.


Un piccolo terremoto, un nido

Vedi, fatti bulbo,
contieni
luce e immagini, mondi,
un piccolo terremoto, un nido.
Fatti minutissima,
una viola,
racchiudi risonanze, il timbro
intenso del silenzio.


settimana 4

Prendi una fitta infiorescenza,
il suo colore pallido, un profumo intenso
nel giardino segreto di tre fanciulle,
figlie della notte, produci,
da tredici coroncine fertili,
un distillato lenitivo, un olio essenziale,
calma la confusione dei pensieri,
i disturbi d’ansia, la paura delle spose.


impoetica

Raffila lavori e parole,
pareggia dissonanze,
asseconda il bisogno
esatto di silenzio.
– Le ripetizioni sono
fenomeni di erosione
che spianano il cuore –
difetti di punzone,
un’incisione seria vuole –
io voglio – una morsa e un fuoco,
il rigore di un assedio,
un segno


spirale

Così dispersa,
meticolosa intorno al polo
senza mai raggiungerlo,
secreto cristallo
e lamine, iridescenti durezze
dove si ritira la paura,
l’istinto primordiale
della fuga.
La formazione della conchiglia
è lenta e troppi mesi
scavano il nicchio, l’oceano
ha profondità inarrivabili per le grazie.


trascurabili bellezze

Le mura scrostate, le erbe alte,
lo sguardo che sferraglia sulle rotaie,
il sole improvvisa minime bellezze,
il sole fallisce
nella mia pupilla contratta,
si sgretola la piccola ferrovia,
sparisce, impara a disertare
le persone,
i luoghi
lasciati orfani,
vedi con quanto metodo
si abbatte l’abbandono?






Emilia Barbato è nata a Napoli nel 1971 e risiede a Milano. I suoi testi sono apparsi in diverse antologie, sulla rivista Gradiva International Journal of Italian Poetry, Il Segnale, Poezia di Bucarest, Immaginazione delle Edizioni Manni e sull’Aperiodico ad Apparizione Aleatoria delle Edizioni del Foglio Clandestino. Geografie di un Orlo (CSA Editrice, 2011) è la sua prima raccolta. Seguono Memoriali Bianchi (Edizioni Smasher, 2014), Capogatto (Puntoacapo Editrice, 2016), Il rigo tra i rami del sambuco (Pietre Vive Editore, 2018), Nature Reversibili (LietoColle, 2019), Flipper (Officina Coviello, 2022), Primo Piano Increspato (Stampa 2009, 2022)







Fotografia in copertina: dal web






Lascia un commento

Sito web creato con WordPress.com.