Paola Loreto: “Miei lari”

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In questo libro una porta si apre, una porta a lungo rimasta chiusa nella poesia di Paola Loreto. Ne filtravano ombre silenziose, forse minacciose, imprendibili: “Non sapremo / mai, ormai / lo sappiamo. / E vivere così / si può”. Ma ciò che oggi si rivela al di là della porta è qualcosa di atroce e contemporaneamente luminoso, che consente all’autrice di rivisitare la storia propria e dei suoi familiari, ridando voce a ciò che per molto tempo doveva tacere. Miei lari, che sin dal titolo indirizza il lettore verso la riscoperta e la custodia di un passato, è un’opera matura e conturbante, che proietta a ritroso la sua intensità, obbligando a rileggere anche i libri precedenti in una prospettiva più complessa e nitida. (…)

(Fabio Pusterla)


Da Miei lari (Marcos y Marcos, 2024)


Voglio una casa vecchia, sola,
coi muri forti e spessi
(gli angoli bui odorosi di fresco)
fatti coi sassi e coi pastelli, rosa,
l’intonaco irregolare
che fonda la mia memoria
di un mondo che doveva venire.
C’è ombra e sole nell’orto
tavolo e sedie in pietra,
una tazza sbeccata, indispensabile.
Silenzio. Clamore
di cicale e scuri
socchiusi. Ho gli occhi aperti
nell’alta stanza quadrata
in cui nulla accade.
Guardo il tempo si arrende
e mi dice che è pieno
il mio senso
la mia immaginazione
il futuro.

*

Non passa il tempo

Pensa a farti carico
della tua pena non
regalarla agli altri.
Vivi come se non c’è
ma c’è e è così reale.
Fa bene accogliere lo sbaglio
che non sarebbe dovuto capitare.
Fa male e non finisce:
è questo il senso
ed è senza rimedio.
Viene il giorno
in cui hai pagato a dovere.
Torna il male e sei tu:
un urlo.

*

Foto 7

Siamo appena tornate
a casa. Tu stai bene
(tu stai molto bene)
e io non so dove sono:
non so cos’è il mondo
e forse, in fondo, non mi
interessa tanto, come non
lo farà mai. Guardo fuori
e vedo dentro, come avrei
sempre fatto. Minuscola,
con la testa enorme di Titti.
Indifese e ignara la mia migliore
strategia di sopravvivenza.
Ma tu guardi chi ti guarda da
dietro l’obiettivo, con una resa
dolce, fiduciosa, che non ti ho
mai visto negli occhi e nei capelli
ariosi che non ti conosco.
La firma del piccolo spazio
tra i denti del sorriso, quella sì,
la so, e mi manca da quando
il dottore ti ha dato quelli nuovi (e finti).
Devi avere ventinove anni
braccia più forti dei giorni
da ragazza in valle Imagna
ma le gambe da modella
come al vostro matrimonio
un anno fa. Foulard e scarpe
a punta, eleganti, e una posa
naturalmente fine, come
i lineamenti del volto
che prende appena luce
da dietro, dal giardino,
e da davanti: dalla mia vestina.
Forse ancora non ci credi
che mi hai fatta tu
e che mi stringi, delicata.

*

sei come me
sai stare da sola
solo quando sei in due
se scappi da un mondo
avvolgente amante
se cerchi il silenzio
con così tante
voci nel cuore
che il peso ha bisogno
di farsi leggero
(il fiato sottile)
di farti respiro
per un istante

poi torna
l’aria
e non basti
a riempirla










Paola Loreto è nata a Bergamo e insegna Letteratura americana all’Università degli Studi di Milano. Ha pubblicato Miei lari(Marcos y Marcos, 2024), case | spogliamenti (Aragno 2016), In quota (Interlinea 2012), La memoria del corpo (Crocetti 2007), Addio al decoro (LietoColle 2006), L’acero rosso (Crocetti 2002), le plaquette Spiazzi dell’acqua e Ascesa (pulcinoelefante 2008 e 2018), e Avola (Volo) (Luciano Ragozzino, 2019), le sillogi Conoscenza della neve (Poesia, gennaio 2012) e Transiti (Almanacco dello Specchio Mondadori 2009), oltre a una silloge di poesie sulla montagna (Premio Benedetto Croce 2003) e numerosi testi in rivista e in volumi collettanei. Con certi aceri sono accesi ha collaborato con l’Accademia di Belle Arti di Brera (collana coincidenze, edizioni di grafica d’arte a tiratura limitata, progetto da>verso). Con Lauda, ha collaborato con l’artista Pierluigi Puliti. La sua poesia è stata tradotta in inglese, spagnolo, portoghese e polacco. Una plaquette è stata pubblicata negli Stati Uniti a cura di Lawrence Venuti (houses | stripped, Toad Press, 2018). È stata poète en residence al Centre de Poésie et Traduction della Fondation Royaumont (Parigi). Ha pubblicato studi sulla poesia di Emily Dickinson, Robert Frost e Derek Walcott. Traduce i poeti americani (tra cui Mary Oliver, Primitivo americano, Einaudi 2023) e collabora con varie riviste di studi americani italiane e straniere.

Fotografia di Daniele Bonini