“Il tempo è un fuoco dove bruciare” : Sabrina Amadori

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Da Vuoto frontale (Cartacanta, 2020)


Conserviamo il silenzio tra le labbra
come una pietra
un orizzonte, una preghiera
l’incanto del mare che trema negli occhi
il delirio della fronte, una foresta di dolore
questo vuoto che nevica sul cuore.

*

Il vetro scorre i paesaggi
l’orizzonte che bagna
il deserto degli occhi.
Il tempo è un fuoco dove bruciare.

*

La luce bagna le case
la fronte alberata
sulla strada del vetro
il tempo che separa
l’abbrivio delle cose.
Sono in lotta
contro ogni mia parte
la forza è un cerchio
che stringe le ossa
un lungo tramontare degli occhi.

*

Quando scenderemo
in silenzio
la nostra corsa
resteremo negli occhi
il corpo è una stanza vuota.

*

La sponda del tuo viso
è terra sfiorita in inverno
vuoto frontale.

*

Hai lasciato questa casa
il mio cuore, in silenzio
come una piazza vuota,
la pioggia che allaga la stanza
il deserto delle pareti
l’ombra dell’inverno
che tramonta sul viso.

*

Bruciano sul corpo
le ombre ormeggiate
sulla riga dell’acqua,
corrono l’aria
le bambine sbocciate
dalle pietre del mare.







Sabrina Amadori è nata a Milano il 20 giugno 1992. Ha conseguito la laurea magistrale in Filologia moderna presso l’Università degli studi di Pavia.
Docente specializzata nelle attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, lavora come insegnante di sostegno nella scuola media.
Ha pubblicato le raccolte di poesie Vuoto frontale (Capire Edizioni, 2020) e Frammenti d’aria e grafite (Ass. Culturale Il Foglio, 2015).
Alcuni suoi testi sono apparsi nell’antologia Zenit poesia – Progetto < 40”, volume secondo (La Vita Felice, 2016), sul blog di poesia della Rai, Rai Poesia, e su Repubblica (sezioni di Napoli e Bari).
Sue poesie sono state tradotte in spagnolo dal Centro Cultural Tina Modotti e in catalano sulla rivista online “Lletres Bàrbares”.

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