“Quel che il lampo ha da dirti”: Luigi Nacci

Autore/a cura di:

Luigi Nacci, Quel che il lampo ha da dirti (Samuele Editore – Collana Gialla 2025)


ci sono notti in cui esci dai sogni rientri nei sogni
ci sei tu che vaghi nella brughiera celeste
hai paura ma non sai precisamente di cosa
quando ti svegli la paura è ancora là
questo mi dice sara sul pianerottolo ogni sera
sara ovvero la ragazza delle finestre aperte
i suoi cornicioni sono meta di pellegrinaggio
cornacchie grigie piccioni un gufo reale
convegni affollati di ghiri balcanici
ogni forma di vita entra ed esce liberamente
trieste via san maurizio patrono dei soldati
qui abitiamo disarmati e soli

*

se tutto ti trattiene parti
riempi di ombre lo zaino
lascia il tuo nome sull’uscio
entra raggiante nel giorno
avanza come un bisonte
riposa come una roccia
rispetta il passo dell’ultimo
resta in ciò che dura

*

scegli il sentiero dei tuoni
delle peonie appassite
dell’ailanto infestante
delle mine inesplose
imbocca la cengia più esposta
percorrila in preda al terrore
fatti bersaglio dei cacciatori
mostra ai cinghiali la fuga
stupisciti di essere vivo
non chiedere la via a chi la sa
chiedila a chi la cerca

*

credi a ciò che il lampo ha da dirti
alla bestia che lascia il letargo
al peso mutevole dell’aria
al primo getto della sorgente
prega per le cose piccole
per i fiumi rimasti in secca
per le vie sepolte dal fango
per gli uomini in rovina
immagina vite nuove
stai nella meraviglia

*

Ora che tutto è già stato deciso
dici a tuo figlio di non aspettarti
e perdi parole e hai parole da dire
in fretta ti crescono alberi in bocca
hai sillabe aspre che sanno di resina
le rughe ti corrono ripide in fronte
essere pieni d’addio diceva tuo padre








Luigi Nacci è nato e vive a Trieste. La prima parte della sua attività autoriale è stata interamente dedicata alla poesia: Il poema marino di Eszter (Battello, 2005), poema disumano (Cierre, 2006; Galleria Michelangelo, 2006, con Cd), Inter nos/SS (Galleria Mazzoli, 2007, a cura di nanni Balestrini), Madrigale OdeSSa (d’if, 2008), odeSS (in Decimo quaderno italiano di poesia contemporanea, Marcos y Marcos, 2010, a cura di Franco Buffoni). Ha pubblicato inoltre il saggio Trieste allo specchio. Indagine sulla poesia triestina del secondo Novecento (Battello, 2006).
Poi è iniziata la stagione della prosa: Alzati e cammina (Ediciclo, 2014), Viandanza (Laterza, 2016), Trieste selvatica (Laterza, 2019) e Non mancherò la strada (Laterza, 2022). Nel 2021 ha curato Spirito libero e sangue caldo, l’autobiografia di una donna rom, per Ediciclo. Per la stessa casa editrice dirige la collana “La biblioteca del viandante”.
Nel 2024 ha pubblicato per Einaudi I dieci passi dell’addio.
Nel 2025 torna alla poesia con Quel che il lampo ha da dirti e con Passa come una luce (edizione bilingue italiano-polacco, traduzione di Joanna Ganobis, finalista nel 2026 al Premio “Poeta Europeo della Libertà” della Città di danzica).

Immagine di copertina di Cristian Zamora (particolare)