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Di seguito potete leggere alcuni estratti dalla raccolta Canto primitivo di Anna Polin (AnimaMaundi edizioni, 2022)
Non c’è tempo
ci sono le cose.
Il bordo del tavolo
la tazza bianca
il vapore.
Sono la mia carne.
Non c’è tempo, ci sono le cose.
Non ci sono i minuti
c’è il vincolo carnale dell’adesso
folle, della stessa follia della vita,
che un giorno non ci sarà più.
Con la tazza in mano
m’innamoro sempre del vapore.
*
Non accendere la luce
lascia che sia il giorno
a decidere lo scuro.
Vieni,
prendiamo una tazza di tè.
Il crepuscolo suona.
Ha rumore di fiamma.
Lo stesso che sentiamo in petto.
Crepitiamo il mistero del giorno
bruciamo il suo silenzioso suono.
Lo adoriamo
bevendo un tè bianco.
*
Ricordi quando andavamo in altalena?
Eravamo impavidi
animali madidi di gioia
una spinta la coordinata di volo.
Bastavano le braccia per il cielo
e poi il ruzzolone a terra
e subito in piedi a scuotere polvere.
Era solo un’altalena
eppure tutto il mondo era là
rideva la nostra stessa risata.
Amore mio dagli occhi d’argento,
non invitarmi a cena
portami in altalena
saremo di nuovo dèi.
*
Vino e farina
Arrivi con la spesa. Hai preso il vino e l’olio nuovo.
Disponi le cose con gesti millenari. Ci vogliono
anni di carta vetrata per arrivare a un unico
gesto. È importante aver guardato, aver taciuto,
aver conosciuto l’olfatto di chi berrà il tuo vino.
Non è la luna, il fuoco d’artificio, lo straordinario,
che aprono l’anta dell’olio con un solo gesto.
È lo scavo del vivere. Richiudi lo sportello e mi
guardi. Siamo proprietari di tre-quattro cose, tutte
pagate con la vita. La tua vita, la mia, fino a
ora. Tu che arrivi con la spesa mi guardi appena.
C’è discrezione per il nostro battito all’unisono,
c’è estrema, profonda, cura.
*
Seduta sul ciglio di una strada a New Delhi
annuso l’aria dopo il monsone.
L’India ha cambiato odore.
Una scimmia sfiora la mia schiena.
L’autista del tuc tuc mi chiede
se devo andare da qualche parte.
No. Da nessuna parte.
Ho il monsone nei capelli,
come posso andare altrove?
*
Accanto all’Indo
Ho visto un albero illuminato dalla prima luce
del giorno. C’era nei rami uno splendore così intimo
da far arretrare. La corteccia illuminata conteneva
il primo respiro di tutte le cose.
Anna Polin è laureata in pedagogia con il massimo dei voti, specializzata in pedagogia clinica e counselor. Inoltre la sua formazione include elementi
filosofici essenziali del tantrismo Shivaita del kashmir. Ha scritto anche: Il musicista (Todariana Editrice, 1999); menzione speciale Opera Prima al Premio Nazionale Letterario Pisa 1999 e finalista premio Fenice Europa 2000), Pelle-Cielo (StreetLib, 2014) e Il dovere della madre (AnimaMundi, 2020). Nel 2022 pubblica Canto primitivo (AnimaMundi).
