Ineffabile (IV) – Pasolini, Rosselli

Autore/a cura di:




Manca sempre qualcosa, c’è un vuoto
in ogni mio intuire. Ed è volgare,
questo non essere completo, è volgare,
mai fu così volgare come in quest’ansia,
questo «non avere Cristo» – una faccia
che sia strumento di un lavoro non tutto
perduto nel puro intuire in solitudine,
amore con se stessi senza altro interesse
che l’amore, lo stile, quello che confonde
il sole, il sole vero, il sole ferocemente antico,
– sui dorsi d’elefante dei castelli barbarici,
sulle casupole del Meridione – col sole
della pellicola, pastoso sgranato grigio,
biancore da macero, e controtipato, controtipato,
– il sole sublime che sta nella memoria,
con altrettanta fisicità che nell’ora
in cui è alto, e va nel cielo, verso
interminabili tramonti di paesi miseri…

(di Pier Paolo Pasolini, in “poesia in forma di rosa”, VII “L’alba meridionale”, p. 187, Garzanti, 1964).





il carrubo dei tuoi pensieri si
slaccia violento e non permette
ch’io gli faccia squarcio dai suoi
lampi di buio. Tu non stornare la
pietra che fa sì che tutti noi ci
abbeveriamo ad un filo di pietà, tu
non rimuovere gli antichi angioli
dai loro piedistalli di pietà, e se
le opache tende dei giganteschi
guerrieri ti offendono, getta tutto
in mare, e salva solo la mosca che
vola.

(di Amelia Rosselli, da “Le poesie”, p. 182, Garzanti,1997).


in copertina, Il carrubo e il piccolo mandorlo, di Piero Guccione, 1980

Sito web creato con WordPress.com.