Sono qui tradotti in italiano due componimenti del poeta portoghese Adalberto Alves, con testo originale e nota biografica a seguire.
Palestina
Possono calpestarti come erbaccia
e dirti che quella terra non è tua,
possono uccidere i tuoi, sacrificarti
e dire che la tua terra è sulla luna,
Possono forze oscure congiurarsi,
e ciò che ti spetta rubare,
possono bruciarti, raderti al suolo,
ma la luce al giorno non posson negare.
Possono innalzare il muro della menzogna
ma la verità è il vento del deserto.
Egli ti ama e non ti verrà meno,
sempre tornerà vicino e solerto.
I tuoi figli ti riscatteranno
oh terra martire, altera e beduina.
La dolce colomba di pace e d’allegria
si poserà, di nuovo su di te, oh Palestina.
[Palestina // Podem pisar-te como erva ruim / E dizer-te que essa terra não é tua, / Podem matar os teus, sacrificar-te / E dizer que a tua terra é na lua, // Podem forças obscuras conjurar-se, / E roubarem o que te cabia, / Podem queimar-te, arrasar-te, / Mas não podem negar a luz ao dia. // Podem erguer o muro da mentira / Mas a verdade é o vento do deserto. / Ele ama-te e não vai faltar-te, / Sempre voltará e ficará por perto. // Teus filhos hão-de resgatar-te / Ó terra mártir, altiva e beduína. / A meiga pomba da paz e d’alegria / Poisará, de novo em ti, ó Palestina.]
***
Maktub
È scritto!
Noi nulla sapremo.
Resta l’amore
l’arma finale.
L’arma contro il Tempo,
l’acqua della Fonte principiale.
È scritto!
Una stella repentina
verrà a strappar le viscere allo spazio
e incastonare in noi un amore
che non conosce soggetto
né stanchezza.
È scritto!
Un incantesimo,
come aquila, ci prenderà l’essere,
e, stella mattutina in cielo nero,
trarrà la rosa dell’amore
all’albeggiare.
È scritto!
Nel cuore dei venti e dei soli,
nel fuoco dei vulcani,
nella forza grande dei poeti,
il nome inaudibile dell’Eterno
sussurrato dalla bocca dei Profeti.
Non era altro che zucchero,
e tu, goccia a goccia,
su di me scorresti.
Infine, restò un nettare:
in te mi dissolsi,
e Tu mi dissolvesti.
[Maktub // Está escrito! // Nós nada saberemos. / Resta o amor / A arma derradeira / A arma contra o Tempo, / A água da Fonte primeira // Está escrito! // Uma estrala súbita / Virá rasgar as entranhas do espaço / E em nós cravará um amor / Que não conhece sujeito / Nem cansaço. // Está escrito! // Um encantamento, / Qual águia, nos tomará o ser, / E, estrela da manhã em negro céu, / Trará a rosa do amor / Ao alvorecer. // Está escrito! // No coração dos ventos e dos sóis, / No fogo dos vulcões, / Na força dos grandes poetas, / O nome inaudível do Eterno / Sussurrado pela boca dos Profetas. // Não era mais que açúcar. / E tu, gota a gota, / Sobre mim escorreste. / No fim, sobrou um néctar: / Em ti me dissolvi, / E Tu me dissolveste.]

Adalberto Alves (Lisbona, 1939) è poeta, saggista, traduttore e giurista. Autore di un’opera prolifica, conferenziere e vincitore del Premio Internazionale Sharjah per la Cultura Araba (UNESCO, 2008), Adalberto Alves è studioso della cultura arabo-islamica e della sua presenza nella storia portoghese. La Biblioteca Nazionale del Portogallo gli ha dedicato una mostra celebrativa (2020). Diverse sue opere sono tradotte in varie lingue. Le versioni originali delle poesie qui tradotte sono state pubblicate, in portoghese, nell’antologia Volver ao Presente: poesia, 1979-1993 (Arandis, 2017, pp. 139, 226-227). La foto-ritratto è di Rodrigo Cabral (dal sito della suddetta mostra).
Foto di copertina: dettaglio di pannello di azulejos presso la Casa do Alentejo, Lisbona (Portogallo).
Occaso: voci poetiche dal Portogallo è una rubrica di bottega portosepolto, a cura e con traduzioni di Fabrizio Boscaglia.
