La stagione accanto di Rossella Caleca (Samuele Editore, 2021, prefazione di Gabriella Musetti)
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1919
Ho superato il tuo tempo
imparando l’assenza.
Spesso venivi, negli anni veloci
dopo l’infanzia, incontri apparenti
nel mezzo della notte, sapevo
che non eri morto e tornavi.
Adesso, raro, incerto nella forma,
solamente attraversi di lontano
il tuo nome scivola nell’aria
leggero e non si lascia
afferrare. Invece prendo
un gesto che è stato tuo
soltanto, di te che scendi
ad ascoltarmi, accanto.
I Santi
Vanno ordinatamente
dagli affreschi interrotti
portando minutaglia tra le mani
alle stanze dove le teorie
che spiegano la mente sono appese
come pupazzi di paglia.
Vengono tutti ad uno ad una
confessati e comunicati
in eucarestia molecolare
e avviati verso un Lete
precario – sino a nuova
insurrezione: di volti pressati
in una Guernica privata
e voci che abbaiano alla luna.
Lavori in corso
Dov’è ora il mio giardino
una volta si cavavano pietre
non permettendo una sola
bava d’erba. Nel sonno
una voragine lo spacca,
le pietre del nonno affiorano.
Le tiro via e ricucio.
Tregua
Se vedessi come il mare rasserena
sceso appena il chiarore
di un giorno senza vento
abbandonato, sazio, dalla pioggia
sarebbe il nostro cielo
d’inverno, un segreto
narrato solo
ora da un unico volo.
Risveglio
Il fresco dell’alba è la prima meraviglia
entra come si espugna una fortezza
leva le corazze fracassate
muove lieve le spoglie.
Ma ieri la battaglia ci ha lasciato
una creatura senza pelle:
la porge una donna sulle dita.
Le dico che non può restare qui.
“È il tempo dell’incontro questo di Rossella Caleca. Tempo sotteso a una circolarità avvertita quale origine e compimento nel solfeggio etico di uno sguardo che si scorge traiettoria di senso tra un prima e un dopo, tra l’essere per sé, dentro la stagione dei propri affetti, e l’essere voce per gli altri, tra gli altri, nel telaio di un sociale che inquina il significante dell’amore, la sua commovente gratuità e che, invece, la poeta trapunta al verso del cuore per restituire intera identità ai santi di tutti i giorni lasciati sul termine di una dimenticanza che insidia l’altromare della remissione. Un tempo, quindi, che abita le barche ferme, / gli alberi / infissi al vetro azzurro / come chiodi. Un tempo vissuto anche accanto al silenzio narrato da una donna sulle dita del ricordo e che nel ricordo trova specifica consonanza in un unico volo indicativo del proprio firmamento interno che lo spazio alza sulla cadenza dell’acqua per trovarsi, guardarsi ed essere guardata, schiudendo la luna sull’arcata del cielo che di ogni distanza annulla il corpo per divenire essa stessa corpo di memoria in quell’attimo di luce che solleva il vento sul solco dei capelli raccolti in una bava d’erba rinvenuta nel giardino del linguaggio mentre dal nome scivola nell’aria / leggero e non si lascia / afferrare il gesto amato dell’ascolto sul volto di suo padre. “
Rossella Caleca vive a Balestrate, in provincia di Palermo. Sociologa, lavora presso il Dipartimento Salute Mentale dell’ASP di Palermo occupandosi prevalentemente di progetti per l’inclusione sociale di persone con disagio psichico. Ha conseguito una seconda laurea specialistica in Studi Storici, Antropologici e Geografici. È coautrice di diversi articoli e saggi di carattere sociologico, è stata collaboratrice della rivista “Mezzocielo”, fa parte della Società Italiana delle Letterate e dell’associazione “Archivia – donne in relazione”. Suoi racconti sono stati pubblicati sulle riviste “Marea”, “Mastro Pulce”, “Mezzocielo”, su siti web, e nel volume collettaneo Le personagge sono voci interiori a cura di Gisella Modica, edito nel 2016 da Vita Activa. Un suo racconto ha conseguito il primo premio nella V edizione del concorso letterario “Elca Ruzzier. Una donna da non dimenticare” ed è stato pubblicato, con gli altri racconti selezionati, nel volume Prisma di frammenti. Storie di donne edito da Vita Activa nel 2021. La stagione accanto è il suo primo libro in versi.
Fotografia in copertina di Daìta Martinez
