“Di ogni tuo nome/ porto alla bocca/ tre sillabe di silenzio”: Franca Mancinelli

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“La voce di Franca Mancinelli, tra le più intense e originali della poesia italiana contemporanea, si affida a un difficilissimo equilibrio, tra esattezza del dettato e concentrazione semantica, ottenuta con l’esercizio costante di due forze complementari, quella che accentua e amplifica e quella che elimina e abrade.”

(Fabio Pusterla)


Da Tutti gli occhi che ho aperto (Marcos y Marcos, 2020)


ogni giorno per il taglio utile
ricominciare, e mai giungere
a se stessi -spezzata la custodia
della nascita, niente
altro che filamenti buoni al fuoco.

*

quando tornerai a vedere, troverai ogni cosa sorretta dai rami. Non è accaduto niente. Siamo qui, su questa intelaiatura di foglie. A tratti un grido spalanca la gola. Perdiamo tepore. Allora si scuote, ci culla nel vento leggero.

*

da qui partivano vie
respirando crescevo

nel crollo, qualcosa di dolce
un incavo del tempo

tutti gli occhi che ho aperto
sono i rami che ho perso

*

corro. E sto fermo all’incrocio
dove rallenta, precipita

per una legge di gioia si trasforma.
Non credo ai muri divisori.
Chiudo gli occhi, e attraverso l’immagine.

*

è il giorno, il vento
non si alzerà. Correre
tra fari e bastoni -al molo
pochi metri di lamiera una barca.
Hanno gridato è grande
Dio , siamo partiti
a spalle unite, muti
-su ogni nostro respiro
il motore inizia a rompersi in pianto.

*

siamo noi, polline e polvere.
Poche ore per ere di lontananza.
Come la chioma di un albero prima
della bufera. Avere due occhi
riconoscerti. Di ogni tuo nome
porto alla bocca
tre sillabe di silenzio.

*

ogni città è una radura
-terra battuta per dormire,
polvere e braci spente.





Franca Mancinelli è autrice di quattro libri di poesia: Mala kruna (Manni, 2007 -premio opera prima Laudomia Bonanni e Giuseppe Giusti), Pasta madre (con una nota di Milo De Angelis, Nino Aragno, 2013 -premio Alpi Apuane, Carducci, Ceppo-giovani), Libretto di transito (Amos edizioni, 2018), e Tutti gli occhi che ho aperto (Marcos y Marcos, 2020). Una silloge di suoi testi è compresa in Nuovi poeti italiani 6, a cura di Giovanna Rosadini (Einaudi, 2012) e con introduzione di Antonella Anedda, nel Tredicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea, a cura di Franco Buffoni (Marcos y Marcos, 2017). Traduzioni di suoi testi sono apparse su riviste e antologie straniere. Ha partecipato ad alcuni progetti internazionali, tra cui Chair Poet in Residence (Calcutta, 2019) e Refest – Images and Words on Refugee Routes (2018) da cui è nato Taccuino croato, ora in Come tradurre la neve (AnimaMundi edizioni, 2019). Con traduzione inglese di John Taylor sono usciti in Usa per The Bitter Oleander Press (Fayetteville -New York), The Little Book of Passage (2018) -traduzione di Libretto di transito-, At an Hour’s Sleep from Here: Poems (2007-2019), traduzione dei suoi primi due libri con alcuni inediti, e una raccolta di prose inedita in Italia, The Butterfly Cemetery. Selected Prose (2008-2021).




Fotografia in copertina di Susan Q Yin

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