È la vita all’altezza della vita/ nelle mani null’altro: Francesca Serragnoli

Autore/a cura di:

Da La quasi notte (MC, 2020)


Nessuno mi vuole come madre
mi guardano e non parlano
con occhi celesti o marroni
battono le mani sulle ginocchia
e corrono scalzi
negli ingressi luminosi.

*

Perché non desiderare
che le cose belle rimangano,
che la farfalla non cada
di sera obliqua sul fiore
o la sera cada sulla farfalla
come una tegola spezzata.

*

Miseria delle storie non raccontate
l’ora davanti a cui
non potrai più inginocchiare niente
l’essere ascoltati quando si piange
le cicale le foglie del leccio
le scie bianche incrociate sulla luna
i nasi bagnati degli animali
l’odore del miele
bere quando si ha sete
l’odore delle mani che hanno cucinato
il silenzio nella sala d’aspetto
il caffè, il vino.

Tutto nel mondo è piccolissimo
cade in terra come i bambini
ti guarda con occhi impietriti
un secondo prima di piangere.
Allargo le braccia
come una madre o come una croce.

Il cielo esausto di febbraio, sconfitto
ha un chiaro delicato verde bottiglia
una profondità di fiume

vi date il cambio tu e il tramonto
mi confondo e non so dove guardare

quando dai il cambio al cielo
nel momento in cui si oscura
e il blu mi lascia sola

il vetro dell’eurostar trattiene un’ombra
ferita da un riflesso
una divinità passeggera
che ha nei miei occhi
le sue candele.

*

Mi tratti come la sabbia
che ha dita piene di conchiglie
come se il mare, dopo quella notte
avesse abbandonato l’acqua
pietrificata trasparenza
all’altezza del cuore.

*

Ogni volto ha il suo vento
due dita fredde lo sfiorano talvolta
nel camminamento, il blu
ha la vastità di un arco e di un altro,
il trucco scende fino alle ginocchia
non osa toccare terra
lo trattiene qualcuno che si volta
una parola detta a metà.

Ho scoperto che la notte mi guarda con soggezione
i suoi occhi bassi non riesco più
a incrociarli, il pianto è un lago freddo
dove non riesco nemmeno più ad entrare.






Francesca Serragnoli (Bologna 1972) si è laureata in Lettere Moderne e in Scienze Religiose. Ha pubblicato le raccolte Il fianco dove appoggiare un figlio (Bologna 2003, nuova ed. Raffaelli Ed. 2012), Il rubino del martedì (Raffaelli Ed. 2010) e Aprile di là (LietoColle – collana Pordenonelegge, 2016), La quasi notte (MC, Milano, 2020).
E’ stata tradotta in varie lingue; suoi testi sono apparsi in varie antologie estere e in volume in Argentina, Spagna e in Romania.






Foto in copertina di Claudia Castanò

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