“Diventare padre del padre. Rispettare il tempo e ciò che scrive”: Giancarlo Sissa

Autore/a cura di:

Da Archivio del padre (MC, 2020)


(premesso che)

L’operaio che amava i libri mi ha insegnato a leggere e a disegnare. A cercare anima ovunque. A mani aperte.
Ogni alba conteneva già la sua morte fiorita nella vita sottosopra.
La forza è una resa. Sogno che supera il sogno. Morte che conosce se stessa.
Le possibilità della gioia hanno molto a che vedere con la necessità di ascoltarsi nel mondo del silenzio. In riva alla morte.
Aspettare la visita. Aspettare l’esame. Aspettare l’operazione aspettare. Aspettare il diario dei chiusi passi. Guardare le piccole cose ammaccate scivolare dall’astuccio di scuola. Pranzare a tavola con la luce accesa anche d’estate. La luce nel fuoco. Contrario della sepoltura.
Nelle ceneri di famiglia si interrompe. Da buon anarchico non avere più indirizzo. Dopo la morte. Diventare padre del padre. Rispettare il tempo e ciò che scrive. Libero zoppicare nel modo migliore. I piccioni assediano il mio balcone. E l’azzurro del mattino.

Mio padre sgusciava le noci con grande lentezza. Meditando lasciandosi. Meditare. Raccoglieva i frutti sgusciati in una tazza e ce li donava. E i mandarini luminosissimi sul tavolo d’inverno. Come ben sanno Santa Lucia e la Befana.

Mio padre non aveva paura di niente.

*

Lunedì 23 luglio 2018

Ho comperato una bottiglia di vino bianco da poco prezzo dopo i temporali che a notte. Fanno stringere la cinghia e sognare male fa ancora caldo e io e te papà siamo poveri. Lo siamo da secoli e lo saremo. Non c’era e non c’è nulla da tradire. Ognuno fa quello che può. Solo chi ha fatto. I soldi si è fatto. Lontano senza dire una parola come. Se non ci conoscesse. Mentre c’è. Ancora sole sulle dita.

*

Mercoledì 17 ottobre 2018 St. Andrews

Durante la cena abbiamo persino riso. Come la mano amputata dalla pressa che continua. Ad afferrare il vuoto. E forse ride persino il pugile inebetito. Dall’ultima sconfitta.

Del resto quali azioni ti attribuisco padre. Mentre apri l’acqua fuoco. Lago di ghiaccio che per secoli e secoli attraversano i bambini. Morte che non si racconta. Tempo che non conta.

Le parole del medico dicono una storia nella quale non ci sono mani né bicchieri di vino. O poche. O pochi.

*

Altri giorni

Padre caro la casa ha messo i libri sotto la pioggia. L’ultima ora non ha avuto delirio ma le antiche ipotesi d’acqua. Il tempo forerà le mani a questi idioti che non sanno cos’è un tavolo. Cos’è una matita. Cos’è il mattino cos’è. La buona febbre. Camminare lentamente verso.

Bisognerebbe leggere e digiunare. Voltare le spalle al bel tempo. Entrare nell’osteria dell’inverno a bere da bicchieri vuoti. Accendere il fuoco nel camino e dimenticarsi. Scrivere con precauzione sul quaderno dei compiti. E poi morire. E poi risorgere. E ogni volta scordarsi di voi.

*

Domenica 28 ottobre 2018

Viene il giorno che finalmente non contiamo più nulla e siamo pezzi di sole presi in una pietra.
Imbozzolati nella voce. Nel silenzio della voce. Nell’inchiostro d’autunno. Della voce.
Padre l’acqua non sbaglierà direzione. La barca sbatterà vuota i cancelli. Ogni cosa sarà lucina d’autunno.

*

Martedì 13 novembre 2018

Scrivere e tacere padre caro quello. Che succede è che si parla troppo. E male che ci si scorda che. Non si capisce più tanto. Perché è così che funziona verso l’inizio. Nelle luci dell’acqua piena di cielo. Capire meno costringe a cercare nuova casa. Pietà per i padri che si rompono. Le parole che circondano la parola padre come acqua del mattino.




Giancarlo Sissa è nato a Mantova nel 1961. Vive a Bologna. Come poeta ha pubblicato nel 1997 Laureola (Book Editore) con postfazione di Alberto Bertoni, nel 1998 Prima della tac e altre poesie (Marcos y Marcos) con prefazione di Giovanni Giudici, nel 2002 Il mestiere dell’educatore (Book Editore) con postfazione di Alberto Bertoni, nel 2004 Manuale d’insonnia
(Aragno) con postfazione di Roberto Galaverni, nel 2008 Il bambino perfetto (Manni) con postfazione di Antonio Prete, nel 2015 Autoritratto (poesie 1990-2015) (italic/pequod) con postfazione di Alberto Bertoni e Persona minore (qudulibri), nel 2020 Archivio del Padre (MC edizioni) con prefazione di Pasquale Di Palmo. Nel 2004 ha ideato e curato il volume Poesia a Bologna (Gallo et Calzati Editori). E’ presente in diverse antologie fra cui L’occhio e il cuore, poeti degli anni ’90 (Sometti, 2000), Il pensiero dominante, poesia italiana 1970-2000 (Garzanti, 2001), Le parole esposte, fotostoria della poesia italiana del Novecento (Crocetti, 2002), Poesia della traduzione (Sometti, 2003), Parole di passo, trentatre poeti per il terzo millennio (Nino Aragno, 2004), Trent’anni di Novecento (Book Editore, 2005), La linea del Sillaro (Campanotto, 2006), Vicino alle nubi sulla montagna crollata (Campanotto, 2008), Calpestare l’oblio (Argo, 2010), 100Thousand Poets for change primo movimento (qudu libri, 2013), I volti delle parole (Fondazione TitoBalestra onlus, fotografie di Daniele Ferroni, prefazione di Sebastiano Vassalli, 2014), Non ti curar di me se il cuor ti manca (qudulibri, 2015 e 2016), Sulla scia dei piovaschi – poeti italiani tra due millenni (Archinto, 2016), Passione Poesia – Letture di poesia contemporanea 1990-2015 (Edizioni CFR, 2016), Centrale di Transito (ceci n’est pas une anthologie) (Giulio Perrone Editore, 2016), Officine della Poesia 1. Bologna (Kurumuny Editore, 2018), Verso le sei di sera in Corte Dandini (peQuod Editore 2018), Ritratti di poeta (puntoacapo Editore 2019), Sospeso respiro – Poesia di pandemia (Moretti & Vitali, 2020) a cura di Gabrio Vitali, Distanze obliterate – Generazioni di poesie sulla rete (puntoacapo Editore, 2021).
Dalla collaborazione con il fotografo Daniele Ferroni sono nati nel 2019 L’ultimo ballerino dell’aia tradotto in russo da Kristina Landa con prefazione di Giampiero Neri e postfazione di Vittorio Cozzoli (Edizioni Lumacagolosa) e nel 2020 Lentezza e silenzio e Il silenzio (Edizioni Pulcinoelefante). Del 2019 è le plaquette Il lupo (Babbomorto Editore) e del 2022 è Frontiera
(BabboGolosa Editore, 2022).
Le sue poesie sono tradotte in diverse lingue europee.
Per anni ha prestato opera di “diarista e narratore in scena” per il Teatro delle Ariette e nell’ambito del progetto teatrale “Rosaspina, il tempo del sogno” di Alessandra Gabriela Baldoni.
Dal 2010 conduce atelier di scrittura dedicati alle tematiche del Silenzio, della Sincerità, della riflessione autobiografica in prosa e in versi in Italia e all’estero.






Scultura in copertina di Jean Pierre Augier

Lascia un commento

Sito web creato con WordPress.com.