Sono qui tradotti in italiano due componimenti in versi dell’autrice portoghese Fernanda de Castro, con testo originale e nota biografica a seguire.
Io!
L’uomo di genio dice: io sono.
Il potente afferma: io posso.
Il ricco dice: io possiedo.
E l’ambizioso: io voglio.
Io! Io! Io!
E in fondo
questi che vivono soli,
completamente soli,
cosa darebbero per, come te,
o come me, dire semplicemente: noi.
[Eu! // O homem de génio diz: eu sou. / O poderoso afirma: eu posso. / O rico diz: eu tenho. / E o ambicioso: eu quero. / Eu! Eu! Eu! / E afinal / esses que vivem sós, / completamente sós, / quanto dariam para como tu, / ou como eu, / dizerem simplesmente: nós.]
***
Amo le parole
Amo le parole.
No, non amo le parole,
amo i simboli.
La Luna è forse un pianeta,
ma la luna che io amo,
avvolta dal suo chiaro,
è la luna inventata,
qualcosa di bianco e puro,
inaccessibile,
qualcosa da cantare
quando il silenzio, la notte, la solitudine,
sono lacrime di sangue che il Poeta
si rifiuta di piangere.
[Amo as palavras // Amo as palavras. / Não, não amo as palavras, / amo os símbolos. // A Lua é talvez um planeta, / mas a lua que eu amo, / nimbada de luar, / é a lua inventada, / algo de branco, puro, / inacessível, / algo para cantar / quando o silêncio, a noite, a solidão, / são lágrimas de sangue que o Poeta / se recusa a chorar.]
Fernanda de Castro (Lisbona, 1900 – Lisbona, 1994) è stata una scrittrice portoghese, poetessa, autrice di romanzi e di opere teatrali e musicali, traduttrice, che si è spesso dedicata alla letteratura per l’infanzia. Autrice prolifica, moglie dello scrittore e politico António Ferro, madre del filosofo António Quadros, Fernanda de Castro fu inoltre animatrice di circoli letterari e iniziative a favore dell’infanzia, in Portogallo. Si ringraziano gli eredi, in particolare Mafalda Ferro, per l’autorizzazione a tradurre i versi qui pubblicati, tratti dal sito della Fundação António Quadros, da cui proviene anche la foto-ritratto.
Occaso: voci poetiche dal Portogallo è una rubrica di bottega portosepolto, a cura e con traduzioni di Fabrizio Boscaglia.