A tu per tu (XVII): Annalisa Rodeghiero

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Qual è il seme da cui è germinata la tua poesia?


Il seme da cui è germinata la mia poesia ha a che fare con una zolla ancestrale d’originaria appartenenza a un luogo predestinato dove il vissuto, a volte deviante, e il disegno costitutivo d’anima sono confluiti in un unico bacino di ricerca confrontandosi in un corpo a corpo che solo attraverso la parola ha saputo trovare una sua verità seppur sempre diveniente, mai definitiva e quindi sempre oggetto di ulteriore nuova indagine: fucina di nuova materia plasmabile e solo a tratti traducibile non tanto in un pensiero ma in un sentire nell’unica lingua che non chiede altro se non di essere scritta e attraverso la scrittura in qualche modo dica ciò che solo la poesia sa esprimere seppure nella sua indicibilità.


Quale la sua genesi nel tempo?


È la poesia stessa a scegliere la strada nell’evoluzione naturale della forma che, di volta in volta, si adegua ai nuovi movimenti della parola ma anche a nuovi contenuti nel connubio inscindibile e fondamentale di ogni creazione poetica seria e solo in parte controllato dalla nostra volontà di cambiamento. E così da una poesia degli inizi, del tutto intelligibile e melodica, quasi avuta in dono, ecco l’irrompere della tecnica nel duro lavoro sulla parola, ecco l’irrompere del silenzio e dell’estasi sottesi all’atto linguistico, ecco la visione che si impone in forza d’immagine e di mistero in una forma più complessa e nell’incedere di nuove densità di senso. Ecco la commistione, la pacifica convivenza all’interno della stessa raccolta di testi in versi e in prosa poetica come è accaduto, senza forzatura alcuna, nell’ultimo libro pubblicato Opposte verità.


Quali i poeti che negli anni hai sentito più affini alla tua sensibilità?


Se di affinità nel sentire la verità delle cose si tratta, allora tanto devo ai grandi che mi hanno insegnato l’invisibile e il sublime nella ricerca di bellezza e verità, i due pilastri, a mio avviso, del fare poesia. Rilke, Campo, Eliot, Cvetaeva per citare i più influenti nella mia scrittura e spesso convocati nei miei testi non tanto per ossequio formale ma come testimonianza di adesione al loro intento poetico.
La stessa gratitudine va anche a certi poeti contemporanei, fratelli o sorelle con i quali posso rapportarmi e confrontarmi quotidianamente in uno scambio elettivo di pensiero e nell’irrinunciabile, continuo confronto attorno alla parola. Amo gli autori che dimostrano dedizione estrema alla parola. Essa «svela istantaneamente a quale grado di attenzione sia nata. Lo svela con il suo peso terrestre e sopraterrestre» come scrisse Cristina Campo.


Ti ritrovi nella riflessione, trascritta di seguito, di Giacomo Leopardi?


Felicità da me provata nel tempo del comporre, il miglior tempo ch’io abbia passato in mia vita, e nel quale mi contenterei di durare finch’io vivo. Passar le giornate senza accorgermene, parermi le ore cortissime, e maravigliarmi sovente io medesimo di tanta facilità di passarle.
 (Giacomo Leopardi, Zibaldone4417-1830 novembre 1828)


Nel tempo dedicato alla scrittura poetica, soprattutto nella prima stesura di un testo si è soli di fronte a sé stessi nella terra incognita dell’aperto possibile davanti a noi. È una sosta su una soglia di vibrazione del cosmo nell’attimo sublime della traduzione quando avviene e se avviene è gioia assoluta nel comporre, è acme del fare poesia. Nient’altro, in ambito poetico, è paragonabile a quella gioia, dà la stessa meraviglia. Il miglior tempo ch’io abbia passato in mia vita? Indubbiamente sì, ché scrivere è parlare continuamente a noi stessi e agli altri nell’inesausta ricerca ontologica della conoscenza ma ribadendo che, al di fuori di questo ambito e nell’accanto, l’appagamento nell’amore ricevuto e soprattutto donato può avere la stessa valenza del
la gioia di scrivere o superarla.











Annalisa Rodeghiero è nata ad Asiago (VI). Suoi testi poetici e recensioni sono apparsi in periodici cartacei e in blog letterari. È presente in antologie tra le quali: Lunario in versi (11 poeti italiani) iPoet 2018 di LietoColle, Quaderni di poesia del Gruppo poeti UCAI (2019, 2021), in Antologie de La Recherche.it (2018, 2019), Fra gli ultimi del mondo Giovane Holden, 2020, Distanze verticali – escursioni poetiche sulla montagna, Macabor Editore (2024), Secolo donna 2024-Almanacco di poesia italiana, Macabor Editore. Ha partecipato a varie rassegne di poesia. La sua poesia è stata tradotta in lingua spagnola e romena.

Ha pubblicato: Percorrimi tutta Art& Print 2013, Di spalle al tempo Venilia Editrice 2015, Versodove Edizioni Blu di Prussia 2017, Incipit Ed. Stravagario 2019, A oriente di qualsiasi origine Arcipelago Itaca Edizioni 2021, Ca zăpada, ca ingerîi – Come la neve, come gli angeli Editura Cosmopoli Bucurest 2023, Opposte verità, MC edizioni 2025.

Tra i riconoscimenti ottenuti: il Premio Lorenzo Montano (2020, 2022, 2023), il Concorso Guido Gozzano (2021, 2023), Bologna in Lettere 2020, Premio LaRecherche.it Il Giardino di Babuk 2020, Concorso Umbertide XXV Aprile (2022, 2023), Certamen Apollinare Poeticum 2022, Premio Poeti Oggi 2022, Premio Arturo Giovannitti (2021, 2022), Premio L’Albero di rose 2022, Premio Casentino – Frunzi 2022, Premio, Premio Mario Arpea 2019, Premio “Fra gli ultimi del mondo” spin off del Premio Montale fuori di casa 2020, Premio Mimesis (2017, 2018), Premio San Domenichino 2017, premio Antico Borgo 2018, prima rosa finalisti Premio Camaiore 2018, Concorso Parasio Città di Imperia 2020, Premio Lèopold Sedar Senghor 2023, Concorso Rapid’acque d’Anasso 2023, Premio Tra Secchia e Panaro 2023, Premio Agostino Venanzio Reali 2023, Premio InediTO – Colline di Torino 2024.