II.-II.
Da bambino, morta tua madre, ti osservavo in silenzio al davanzale – a trattenere le stelle. Scoprirmi – ti asciugava le guance in un sorriso inusuale, come se nulla fosse. – Vedi? – È che io non ti trovo lassù, ma quelle stelle ora guardano me. Dimmi, madre, tu sapevi dove cercare?
II.-VI.
Mi hai insegnato il tempo delle visite, le occhiate sfuggenti dei dottori. Ora so il ritmo lento dei corridoi e l’adeguato sussurrare. – Fuori dalla finestra c’è il sole, alcune persone siedono sul prato. È maggio, madre, questo essere vicini oggi – è quasi un disertare.
II.-XI.
Non si capiva più il tuo parlare, era la lingua flebile del sole sulla neve. Ma non mi credevi, pensavi che scherzassi, che mi prendessi ancora – gioco di te. Quel tuo ultimo «vaffanculo», madre, io lo porto come un ciliegio – porta le sue ciliegie.
II.-XIV.
Misuravi in silenzio i miei gesti, inseguivi le mie mani. Avevi smesso oramai da tempo di mangiare. Mi insegnavi la tua morte, madre; e io, sordo e solerte, continuavo a sbucciarti mele da fare annerire.
II.-XVII.
C’erano momenti buoni in cui dormivi. La morfina aveva fatto il giro delle vene e noialtri – si tirava un sospiro di quiete. In quegli intervalli, madre, io ho conosciuto quanto può essere codarda la pace.
II.-XXVII.
Fuori dall’ospedale era diventare figlio di solo padre. E si andò subito a mangiare. – Fu un gesto spontaneo, istintivo: l’esattezza di un rito. A quanto pare, madre, la vita già non si vergognava – di essere viva.
II.-XXX.
Ti si stava intorno, ma per allontanarti. Ti si voleva negare. La tua – era una strana corte. Bisbigliavano «se ne è andata», «non è più qui». Nessuno – pronunciava quella parola. Eri invadente, madre; facevi orrore. Lì, davanti a tutti, tu c’eri: morta.
Dario Talarico (Roma, 1990) è direttore puntoacapo della collana di opere prime Controcorrente e redattore di «Laboratori Poesia». Suoi testi sono apparsi su «la Repubblica», «Studi Cattolici», riviste di settore e antologie. Dopo avere ritirato i primi libri dal commercio pubblica Il coraggio di non lasciare il segno (puntoacapo, 2019, European Poetry Prize Adam Mickiewicz, 2021) e Autopsia (reiterata). Poema logico-filosofico (ivi, 2022, finalista Premio Nabokov, Montano, Carver e Michelangelo Buonarroti, 2022), dal quale un estratto viene tradotto in Russia col titolo Простор для невысказанного / Spazio per il non detto (Free Poetry, 2021). Suoi contributi critici sono inoltre apparsi in volumi monografici e prefazioni, nelle riviste «Laboratori Critici», «Il sarto di Ulm», «Metaphorica» e nei lit-blog «La poesia e lo spirito», «L’EstroVerso», «Poetarum Silva», «Almanacco Punto» e «Monolith».
