Qual è il seme da cui è germinata la tua poesia?
La mia poesia nasce da tanti momenti. In primis quello che mi emoziona e che sento a livello interiore e personale, ma non solo a questo si limita la mia scrittura. Spesso vi sono anche le vicende storiche del passato e contemporanee, le dinamiche sociali che mi colpiscono, mi indignano o mi creano sgomento e attraverso i miei testi cerco di testimoniare, ma anche manifestare tutti quei sentimenti che ho descritto in precedenza. Vi sono anche, all’interno dei miei versi, riflessioni esistenziali, sulla vita, sulla morte, sull’amore, sul cambiamento climatico prodotto dall’uomo e anche le numerose esperienze sensoriali che ogni giorno vivo.
Quale la sua genesi nel tempo?
Scrivo in media una poesia ogni dieci giorni, però mai in maniera programmatica, solo quando sento che è il momento di mettere su carta varie sollecitazioni. Scrivo su un quaderno e lascio lì qualche giorno. Dopo ci ritorno correggendo e riscrivendola a computer. Alla fine dell’anno seleziono le poesie, secondo me, pubblicabili, scartando le altre. Dopo quattro o cinque anni, quando decido di pubblicare una raccolta vi ritorno sopra e limo ancora le poesie che avevo scelto negli anni precedenti.
Quali i poeti che negli anni hai sentito più affini alla tua sensibilità?
Pier Luigi Bacchini, Franco Loi, Alfonso Gatto, Giovanni Raboni, Pier Paolo Pasolini e Vittorio Sereni. Bacchini è un poeta che nel tempo è diventato un classico universale di dimensione europea e uno dei più interessanti degli ultimi quarant’anni. Franco Loi, che ho avuto il piacere di conoscere, per me è stato un maestro e mi ha insegnato come rapportarmi con la poesia. Di Alfonso Gatto amo la musicalità del verso e il suo impegno civile così come per Pier Paolo Pasolini che è stato anche un grande intellettuale. Raboni e Sereni li sento molto vicini nella poetica forse per le comuni origini lombarde e per una certa scrittura. Sono poeti che leggo e rileggo spesso.
Ti ritrovi nella riflessione, trascritta di seguito, di Giacomo Leopardi?
“Felicità da me provata nel tempo del comporre, il miglior tempo ch’io abbia passato in mia vita, e nel quale mi contenterei di durare finch’io vivo. Passar le giornate senza accorgermene, parermi le ore cortissime, e maravigliarmi sovente io medesimo di tanta facilità di passarle.(Giacomo Leopardi, Zibaldone, 4417-18, 30 novembre 1828)
Mi ritrovo in tanti scritti di Leopardi e questo testo credo riassuma perfettamente quella che dovrebbe essere la condizione, o meglio, lo stato d’animo del poeta, ma anche degli uomini: la capacità di stupirsi sempre e di vivere ogni giorno, ogni attimo. Per quanto mi riguarda non potrei scrivere se non vivessi. Non ho mai scritto un solo verso a tavolino senza sentire le emozioni della vita vissute o che mi chiamavano. Il tempo in questa riflessione leopardiana è fondamentale, cogliere ogni momento perché il tempo e la vita non danno scampo e non si torna indietro mai, nel bene e nel male.
Luca Ariano (Mortara – PV 1979) vive a Parma. Di poesia ha pubblicato: Bagliori crepuscolari nel buio (Cardano 1999), Bitume d’intorno (Edizioni del Bradipo 2005), Contratto a termine (Farepoesia 2010, Qudu 2018) oltre a testi presenti in varie antologie. Ha curato Vicino alle nubi sulla montagna crollata (Campanotto 2008) e Pro/Testo (Fara 2009). Nel 2012 per le Edizioni d’If è uscito il poemetto I Resistenti, scritto con Carmine De Falco, tra i vincitori del Premio Russo – Mazzacurati. Nel 2014 per Prospero Editore ha pubblicato l’e-book La Renault di Aldo Moro con una prefazione di Guido Mattia Gallerani. Nel 2015 per Dot.com.Press-Le Voci della Luna ha dato alle stampe Ero altrove, finalista al Premio Gozzano 2015. Nel 2018 per Qudu è uscita una nuova edizione di Contratto a termine con la prefazione di Luca Mozzachiodi. Sempre nel 2018 ha curato il convegno su Pier Luigi Bacchini a Parma. Gli atti sono stati pubblicati nel 2022 per Ladolfi editore (Quel problema del cielo). Nel 2021 per Il Leggio Editore nella collana di Gabriela Fantato ha pubblicato La memoria dei senza nome con una prefazione di Alberto Bertoni e un’intervita di Luigi Cannillo. È redattore di Atelier e di Versante Ripido. Dirige per Bertoni la collana di poesia PoesiaLab. Organizza numerosi eventi a Parma. Sue poesie sono tradotte in francese, spagnolo e rumeno. Nel 2025 con Carmine De Falco per Industria & Letteratura ha pubblicato il poemetto I naufraganti.
Fotografia in copertina di Dino Ignani
