Antonio Sacco: l’arte della scrittura haikai

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Nota a cura di Pietro Romano

Per i tipi di NullaDie di recente è stato dato alle stampe un volume prezioso, un vademecum per chiunque intenda approcciarsi alla poetica haikai e ai suoi generi, “Manuale di scrittura haikai – vademecum pratico per comporre poesie haiku e altre forme poetiche di origine giapponese”, a cura di Antonio Sacco e con la prefazione di Valentina Meloni.

Comporre lo haiku è un’arte all’apparenza accessibili. Se brevità e struttura metrica sembrano essere facilmente governabili, Sacco tuttavia ammonisce già da subito il lettore a non cadere in errore: lo haiku è un’arte millenaria, che definisce, entro coordinate psicologiche ed estetiche ben precise, lo haijin:

Attraverso una serie di corollari estetici come il sabi, il wabi e lo yūgen, l’autore illustra la complessità e la profondità dell’estetica haiku, invitando il lettore a penetrare nell’anima di questa forma poetica unica al mondo. Inoltre, il manuale si distingue per l’attenzione data anche ad altre forme poetiche giapponesi, ampliando così il panorama e arricchendo la comprensione complessiva della poetica presa in esame

Come Meloni suggerisce, Sacco, per mezzo di un ampio apparato critico, illustra tutta la complessità della poetica haikai, analizzando anche altre forme tipiche della tradizione, quali la tanka, il senryū, lo haibun e lo haiga, indipendentemente dalla cultura di origine, e relative tecniche compositive.

Per mezzo di una forte impostazione pratica, l’autore definisce gli aspetti fondamentali della poetica haikai, evidenziando come il nesso con la natura e una significativa padronanza estetica oltre che compositiva siano requisiti necessari per divenire abili haijin.