Maria Grazia Galatà, Passaggi temporali, (Campanotto 2024, prefazione di Vincenzo Cioni)
una realtà altra e
s’alza alta la nebbia
sul teatro di una città
assopita
mi drappeggio
un orlo di
vento
*
siamo quella fragile malinconia
tagliati l’uno dall’altra – casuali
*
ci avrebbero salvati dai nostri peccati
l’erbamatta – la menta – o i limoni
poggiati su una sedia rossa
addosso al drappeggio del giorno
un silenzio rassegnato
*
ci si accudisce accanto ai gelsomini
di fianco ai gerani in pieno sole
tanto che ti scoppia il cuore
arrivare fin sopra il tetto
e
le gemme
le gemme hanno
una goccia di tempo
*
ci raccontiamo il vino
dentro un’ombra che
tira l’estate sulle partenze
d’un tempo – chissà se
usciremo mai da qui
dalla storia di alberi e
fuochi accesi
dietro la montagna
nel punto che devia
la grandine
Dentro l’alfabeto del vento il tempo, frantumato tempo, disposto dove è resistenza la preposizione in ombra di una contrazione modulata sulla simmetrica forma di un levigato silenzio che sbalza il rituale movimento dell’andare nel perdurare di una gemma ridetta in sé, accurata e dolorosa, quale passaggio da filare sul dorso ovale di un’altura insonne narrata, al primo richiamo del giorno, su quel che rimane del perduto, visione consegnata alla stesura di un melanconico sguardo. Maria Grazia Galatà scrive di quella ineffabile traiettoria della mente che sposta il ricalco del pensiero nella direzione di una solitudine rasentata dalla nebbia che ogni corpo nell’animo preda e fragile decalca sulla fredda terra nel punto che devia / la grandine sino a farsi coincidenza di respiro in una tenerezza cercata a riparo di un’assenza. La voce, che alla memoria s’avverte accento temporale di un sempre eterno istante, ha luogo nel distinto di uno spazio che spezza l’intervallo del cielo con l’inquieto di un sensibile scoprirsi nudità che scorre nella vissuta consapevolezza di una lucentezza surreale, indagata e amata nel riposto di un vuoto che ci avviene seppur capace ad oltrepassare tutto il fondo manto della storia quale radice offesa poi lasciata alla lievità di una carezza necessaria a sanare il taglio interno a una ferita preservata come si preservano i rammenti del passato sulla soglia di un presente reso circolare dallo scandire interno di una realtà altra, realtà intesa quale prima cellula nel raccolto simbolico di un’ora incerta che ha sospiro dentro lo scorrere di anni regolati accanto ai gelsomini / di fianco, al verso di un piccolo miracolo poggiato sulla volta del viso, sfiorato dalle ciglia al primo toccarsi della pioggia sulle mani.
Maria Grazia Galatà, poeta, fotografa, nasce a Palermo. Collabora e recensisce su riviste d’arte e letteratura – con: “Il cucchiaio nell’orecchio”, “mentinfuga”, “Limina Mundi”, “Zeta Rivista internazionale di poesia e ricerche”. È curatrice di eventi culturali .
Premi e riconoscimenti
1986: vince il Premio Internazionale di Poesia e Narrativa “All’ombra degli Etruschi”
2002: partecipazione ad “underwood”, ad Ascona con Mario Luzi, Fernanda Pivano, Edoardo Sanguineti
2003: ha editato il libro Congiunzioni, con fotografie di Costantino Spatafora
2005: 51° Biennale di Venezia, “La notte dei Poeti” con Ana Blandiana, Maria Luisa Spaziani e altri; partecipa, con una sua opera in collaborazione con Costantino Spatafora, all’evento “Padiglione Italia 13×17” curata da Philippe Daverio ed edita alla fine del 2007 da Rizzoli
2006: è stata segnalata, tra le opere edite, al “Premio di Poesia Lorenzo Montano”
2007: a giugno reading presso la fondazione Querini Stampalia di Venezia in ricordo di Fernanda Pivano con l’intervento di Achille Bonito Oliva
2009: 53° Biennale di Venezia, “Notte di Luce” con Marco Nereo Rotelli
2010: con un’opera fotografico-poetica in “The last book ” installazione di Luis. Camnitzer alla biblioteca di Zurigo, Svizzera
2010: aprile “Altrove” reading e videoproiezione
2010: edita L’altro, poesie e fotografie con prefazione di Gio Ferri e videoproiezione. Segnalazione al “Premio di Poesia Lorenzo Montano”
2011: Peggy Guggenheim Collection di Venezia con L’urlo di Ginsberg; 2011 collaborazione video con Roland Quelven
2011: collaborazione video con Pinina Podestà
2012: edita Contrasti scritture e fotografie con prefazione di Gio Ferri; video proiezione in collaborazione con Angelo Secondini
2012: “Osservazioni Minimali “Mostra fotografica personale; video proiezioni con musica di Angelo Secondini
2013: “Accrochage” collettiva d’arte Bologna
2013: “Dice il vero chi parla di ombre” personale fotografica presso la Galleria d’Arte “Istituto Romeno” di Venezia
2015: crea “Congiunzioni Festival di Poesia”
2015: “Venezia e luce” in Antologia poetica di Marco Nereo Rotelli
2016: “Simmetria di un’apparenza” personale fotografica presso la Galleria d’Arte “Istituto Romeno” di Venezia
2017: Presenta quindici poeti internazionali in “Congiunzioni festival Internazionale” presso Centro Culturale Candiani di Mestre
2018: edita per Marco Saya Edizioni il libro di poesie Quintessenza con selezione al “Premio di Poesia Lorenzo Montano”
2019: “Punto poesia” cura con Francesco Mandrino un intervento sulla poesia
Per Marco Saya Edizioni pubblica: L’allarme del crepuscolo, 2020; khamsin, 2021; La bruma, 2023
2024: cura per il centro Culturale Candiani “In memoria di Gregor Samsa, ricordando Kafka” dialoghi e letture.
Fotografia in copertina di Maria Grazia Galatà
