La redazione del blog Bottega Portosepolto festeggia la Giornata Mondiale della Poesia di quest’anno proponendo ai lettori alcune poesie da noi particolarmente amate.
Alcuni desideri si adempiranno.
Altri saranno respinti. Ma io
sarò passata splendendo
per un attimo. Anche se nessuno
mi avesse guardata
risulterebbe ugualmente giustificato-
per quel lucente attimo – il mio esistere.
(Margherita Guidacci proposta da Luca Pizzolitto)
*
A dove punta lo stelo non pensare
Niente tentare
Nulla prendere a cuore
Ai petali abdicare secondando il vento
Non sbocciare al bagliore
che prima o poi verrà
Respingere il momento delle api
Vivere in segreto
Illetterati come le radici
(Giusi Drago proposta da Nadia Scappini)
*
“Che cosa ti accade,
bruco nero,
quando prendi forma di leggera farfalla,
che cosa ti sorprende,
ti supera, ti vince?
Cogli l’attimo,
bruco nero,
l’attimo in cui scatta
la tua metamorfosi, esattamente.”
(Salvatore Toma proposto da Silvia Rosa)
*
Come è facile affaticarsi
– e affaticarsi invano – piuttosto
d’accogliere il dono della vita
nel semplice cuore riconoscente
così l’uomo si nega a orizzonti di gratitudine
presume d’essere in sé e per sé,
cieco si stima vedente
finché una mano l’afferra
l’inchioda al salvifico travaglio,
spacca il chiuso delle valve
fiottandovi la luce.
Ognuno partorisce
con sofferenza d’amore
la sua perla di cielo.
(Paola Lucarini proposta da Massimiliano Bardotti)
*
Determinazione
Potrebbe essere. Tu dici che potrebbe
essere stato tutto diverso – al punto
di non sfiorarci neppure quella volta,
nella vita; quell’unica volta data
per tutte (e che noi sapemmo fermare
con occhi, con cuore veloci); non vederci;
e, ritenere destino il possibile,
è una colpa di ottusa presunzione.
Chissà. Tu avresti amato un’altra donna,
e saresti stato ugualmente felice.
Non parliamo di me. Io, il probabile
– accaduto, lo chiamo, caparbia, destino,
né riesco a immaginarne altro diverso
dal caso che ha dato scatto alla mia vita.
Tu, ami l’improbabile … Io, il destino
afferrato al volo solo quella volta.
(Armanda Guiducci proposta da Daìta Martinez)
*
Fissità
Da me a quell’ombra in bilico tra fiume e mare
solo una striscia di esistenza
in controluce dalla foce.
Quell’uomo.
Rammenda reti, ritinteggia uno scafo.
Cose che io non so fare. Nominarle appena.
Da me a lui nient’altro: una fissità.
Ogni eccedenza andata altrove. O spenta.
(Vittorio Sereni proposto da Annalisa Ciampalini)
*
E non ci servirà la vita
per evitare le morti di cuore
le morti di ferro sui cancelli
le morti dei selciati
nelle mani dei derelitti.
Né la morte
che si imbandiera sui tuoi capelli donna
che cresci nel silenzio di biblioteche.
(Pasquale Pinto proposto da Mara Venuto)
*
così mi scopro altro
leggendo nel silenzio
il tempo dell’attesa
la tesa corda
il salto
la tarda resa
(Alberto Cappi proposto da Cristina Daglio)
*
da “Ai Lari”
Lo so che non sei qui, padre, lo so
bene che non sei oltre questa lastra
di granito che una patina strana
come grani di sale o di sabbia
incrostata rende opaca; non sei
oltre questa foto che scegliemmo
forse in fretta noi della famiglia
e che ben poco ti assomiglia.
Qui, dove noi rimasti deponiamo
fiori – orchidee, perché ci ricordiamo
che le prediligevi – e con l’accendino
cerchiamo di un cero lo stoppino
finché una scintilla non si rifletta
tremando sopra il granito, scavandovi
labili incendi puntiformi. Eppure
io vengo da qui per parlare con te
e solo per te ho riappreso a pregare.
[…]
Sorgere, risorgere, essere alba.
Per questo si chiede il coraggio
e il valore agli estinti pregandoli:
perché risorgano interi in noi
perché varchino a ritroso il fiume
del buio e dell’oblio, e noi possiamo
sfidare buio e oblio in quell’istante
con loro che li conoscono. Combattere
è questo, ribellarsi alla certezza
che tutto finisce, voler essere
in tutto, varcare ogni confine
insorgere contro la voragine
d’immobilità, tenebra, terrore.
Essere alba, coltello, raggio, fiore.
[…]
(Giuseppe Conte proposto da Alfredo Rienzi)
*
Certezza
Tu sei l’erba e la terra, il senso
quando uno cammina a piedi scalzi
per un campo arato.
Per te annodavo il mio grembiule rosso
e ora piego a questa fontana
muta immersa in un grembo di monti:
so che a un tratto
– il mezzogiorno sciamerà coi gridi
dei suoi fringuelli –
sgorgherà il tuo volto
nello specchio sereno, accanto al mio.
9 gennaio 1938
(Antonia Pozzi proposta da Laura Corraducci)
*
Per esser grande, sii intero: nulla
di te esagera o escludi.
Sii tutto in ogni cosa. Poni quanto sei
nel minimo che fai.
Così in ogni lago la luna tutta
brilla, perché alta vive.
Ricardo Reis
Para ser grande, sê inteiro: nada
Teu exagera ou exclui.
Sê todo em cada coisa. Põe quanto és
No mínimo que fazes.
Assim em cada lago a lua toda
Brilha, porque alta vive.
Ricardo Reis
(Fernando Pessoa proposto da Fabrizio Boscaglia)
