“La riconciliazione del vento nel bosco / Il mio stupore in te”: Jon Fosse

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Da Ascolterò gli angeli arrivare (Crocetti, 2024, traduzione e cura di Andrea Romanzi)


Andando a rimarcare il carattere trascendentale della sua ispirazione artistica, Fosse sostiene: “Quando si cresce in un posto piccolo, in una piccola comunità, si viene in contatto con molte forze elementali che si raccolgono in quel luogo”. Anche la lingua è il risultato dei luoghi da cui si proviene, in particolare i suoni che ci circondano vengono assorbiti e restituiti sul piano linguistico. Tra le caratteristiche fondamentali della scrittura di Jon Fosse, infatti, ci sono l’uso della pausa e della ripetizione, che rimandano al costante e interminato movimento delle onde del fiordo.
Per Fosse – che proviene dalla musica rock – la musicalità del testo assume un valore centrale, che si ottiene grazie a un sapiente uso della ripetizione, combinato a un linguaggio semplice e scarno che agisce sul valore semantico della parola, fino a minarne la funzione primaria. La comunicazione diventa quindi un costante atto di fede, che si rinnova di volta in volta nella parola, nell’istante esatto in cui questa si concretizza tramite l’atto della scrittura. La scrittura è quindi movimento, e il linguaggio viene soltanto dopo l’atto della scrittura, in un capovolgimento che Fosse rimanda alla propria comprensione della différance teorizzata da Jacques Derrida:
La teoria di Derrida, nel modo in cui la intendo io, si accorda con qualcosa che avverto quando scrivo: il significato non è lì in anticipo, non è prima e soprattutto presente in ogni genere di socialità umana comunicativa esistente, ma viene in essere mentre scrivo, nel movimento che è la scrittura.

(Dalla nota introduttiva di Andrea Romanzi)


I
Il treno nel cuore è lungo
come il vento, lungo
come un albero nero. Mia madre ha
il vento in secchi di plastica arancioni. Lava
il pavimento con movimenti esperti. Mio padre
tiene la testa sotto il braccio e fischietta
alle stelle
con gli occhi. Io voglio tornare a casa dove
l’ansia è terriccio sui piedi, dove
la radio ha un pacificato odore di salsa marrone
per musica da organo
ogni domenica mattina, lì
dove il fiordo respira tra le pere mature.


II
Sempre più lontano, distante. Più lontano
e sempre più vicino.

I
Toget i hjarta er langt
som vinden, langt
som eit svart tre. Mor mi har
vind i oransje plastbytter. Ho vaskar
golvet med erfarne rørsler. Far min
har hovudet under armen og plystrar
etter stjernene
med augene. Eg vil heim der
angsten er mold i føtene, der
radioen osar forsonande av brun saus
til orgelmusikk
kvar søndags formiddag, der
fjorden pustar gjennom dei modne pærene.


II
Stadig fjernare, bort. Fjernare
og stadig nærmare.

*

(case aperte)


apri, con cautela, prima
la prima porta, della prima casa e
poi la porta successiva, della casa successiva e poi,
mentre
la pioggia cade e il sole splende
Entra nella casa
e poi, con cautela, apri altre porte
e poi cammina di stanza in stanza e accendi la luce
in ogni stanza la luce dovrà essere accesa
e poi qualcuno arriverà
In queste case arriveranno persone
persone arriveranno in queste case

(opne hus)

opn, forsiktig, først
den første dør, til det første huset og
så den neste dør, til det neste huset og så, medan
regnet regnar og sola skin
Gå inn i huset
og så, forsiktig, opn fleire dører
og så berre gå frå rom til rom og kveikje lys
i alle rom skal lyset kveikjast
og så skal nokon komme
Til desse husa kjem det folk
komme det folk til desse hus

*

Trasformazione

attraverso un bosco
ci prepariamo
al vento
in una pioggia in arrivo
e a una pietrificazione
che perderà
la propria dimenticata devastazione
per questa volta Attraverso
la pioggia del vento
nel bosco, indossiamo
la nostra falsa devastata
faccia e tentiamo
solo noi stessi Felici Esausti Partecipi di
una riconciliazione costantemente in corso

La riconciliazione del vento nel bosco
Il mio stupore in te

Forvandling

gjennom ein skog
gjer vi oss klare
til vinden
i eit kommande regn
og til at ei forsteining
skal tape
si attgløymde forderving
for denne gong Gjennom
vindens regn
i skogen, kler vi oss om
til vårt påtatt forderva
andlet og freistar
bere oss sjølve Glade Forkomne Delaktige i
ei alltid pågåande forsoning

Vindens forsoning i skogen
Mi eiga forundring i deg

*

Oceano e cielo

nient’altro
basta andare e forse vedere
che tutto è come la separazione
tra oceano e cielo

(e la tua voce
che prova a dire qualcosa)

Hav og himmel

ikkje meir
berre gå og kanskje sjå
at alt er som splittinga
mellom hav og himmel


(og så røysta di
som prøver å seia noko)

*

Tutti vedono

ora che io ancora e ancora
cado in questi suoni incomprensibili
riempiti
e allo stesso tempo
rivolti verso qualcos’altro
nella loro pesante
e inafferrabile comprensione
Succede allora che non voglio altro
mentre sto seduto
a una finestra
e guardo i movimenti delle nuvole
e i movimenti dell’acqua
Non voglio altro
Sono solo
in un librarsi umido
di solitudine acquisita
e mi passo la mano sul viso
Sono seduto lì
Sono seduto lì in un movimento bagnato luminoso di
terriccio e buio
che sono io
dentro di me
La smetto, penso
Ora basta
la smetto
penso, e poi di colpo
non sono io che guardo, ma un
occhio da tutti gli altri
guarda e guarda

Alle ser

når eg igjen og igjen
fell ned i desse ubegripelege klangar
fylte
og samstundes
vende bort mot noko anna
i si tunge
og uskjønelege forståing
Det hender vel då at eg ikkje vil meir då
der eg sit
ved eit vindauge
og ser mot rørslene i skyene

og mot rørslene i vatnet
Eg vil ikkje meir
Eg er åleine
i eit fuktig svev
av tillært einsemd
og eg stryk med handa over ansiktet
Eg sit der
Eg sit der i ei våt lysande rørsle av mold og mørker
som er meg
i meg

Eg gir meg, tenkjer eg
No er det nok
eg gir meg
tenkjer eg, og så er det brått
ikkje eg som ser, men eit
auge frå dei alle saman
ser og ser






Jon Fosse: scrittore, poeta e drammaturgo norvegese (n. Haugesund 1959). Intellettuale poliedrico, tra le voci più significative della drammaturgia contemporanea, ha esordito nella scrittura nel 1983 con il romanzo Raudt, svart (“Rosso, nero”), sperimentando successivamente generi e stili eterogenei, quali la narrativa breve, la poesia, la saggistica e la letteratura per l’infanzia. Già nel dramma  Nokon kjem til å komme (“Qualcosa sta per arrivare”, 1992-93) è compiutamente espressa la sua cifra stilistica, caratterizzata da una scrittura scarna e spietata, pronta a cogliere tutte le contraddizioni del linguaggio e delle reti relazionali, indagando temi quali la labilità della comunicazione, il divario generazionale e la precarietà dei rapporti familiari e di coppia. Autore del poderoso dittico sul pittore norvegese L. Hertervig Melancholia (1995-96; trad. it. 2009) e di intensi drammi quali tra i numerosi altri Natta syng sine songar (1998; trad. it. E la notte canta, 2002) e Eg er vinden (2007; trad. it. Io sono il vento, 2012), tra i suoi lavori più recentemente editi in Italia si citano qui Morgon og kveld (2000; trad. it. Mattino e sera, 2019) e due volumi della ponderosa opera che ne segna il ritorno alla narrativa Det andre namnet. Septologien I-II (2019; trad. it. L’altro nome. Settologia I-II, 2021), Eg er ein annan. Septologien III-V (2020; trad. it. Io è un altro. Settologia voll. III-V, 2023) e Eit nytt namn. Septologien VI-VII, 2021; trad. it. Un nuovo nome. Settologia voll. VI-VII, 2023). Cavaliere dell’Ordine nazionale al merito della Repubblica Francese dal 2007. Insignito nel 2023 del premio Nobel per la letteratura “per le sue opere innovative teatrali e in prosa che danno voce all’indicibile”, tra le sue opere successiva si cita Kvitleik (2023; trad. it. Un bagliore, 2024).







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