NEL BUIO IMMERSI sono i ciliegi dell’amore,
curve a filare le mie dita: come raccolgono l’ombra della rondine?
La sua veste, prima invisibile. La sua veste, prima tessuta nel mattino.
Per l’araldo del dolore un dono prezioso, presto sfuggitogli di mano
giù nel bosco, dove vien sciolta la catena del raggio lunare.
Sottratti all’estate sono i cuori:
la frutta, che ti si maturò al crepuscolo, issata alle torri dentate
dell’aria. Sopra merli di cenere.
Nel grembo lupesco del dio.
(di Paul Celan da “La sabbia delle urne”, a cura di Dario Borso, Giulio Einaudi Editore, 2016).
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Nel bosco
sentinelle di silenzio
adoravano
una ignota divinità feconda
che fortemente odorava
e putrefaceva
e sognava cose grandiose.
In lei nascevano
animali in lei
tenevano il respiro
e balzavano su rupi
di silenzio che da lei
si ergevano.
Le acute sentinelle
stendevano ombre.
Salivano scale tonali d’oro.
Silenziavano
ogni lato del bosco
e sotto terra
custodivano
un più grande
silenzio.
Eremo di Sant’Alberico
(di Mariangela Gualtieri da “Le giovani parole”, Giulio Einaudi Editore, 2015).
In copertina, di Gustav Klimt, Foresta di abeti I, olio su tela, 1901.
