INCOMUNICABILITÀ
La marmotta sul sentiero di montagna non corse via
ma si addentrò sculettando tra le felci a ventaglio
e si voltò, il dorso a una scarpata, opponendo un crepitio
di denti gialli da roditore, come di castagnette,
al mio accenno a chinarmi, e non volle scambiare
quello strepito sospettoso con suono o gesto
d’amore: gli artigli sfoderati, alle strette, la mia moneta
non era la sua.
Non ci sono incontri simili nei Märchen
dove le marmotte ricambiano l’amore offerto con amore
dove vige un parlare schietto, affettuoso o ostile,
che non è mai frainteso da animali scontrosi.
Da che stato di grazia sono caduta! Le lingue sono ignote,
i segni vuoti. Il falco che parlò a Canace
lancia strida insensate a orecchie fatte ottuse.
di Sylvia Plath, da Tutte le poesie (Oscar Mondadori, 2013).
*
QUANDO CON MITE
Quando con mite fragore di tuono
dal mare arriva primavera
e il cuore si fa di cera,
miele di dolce frastuono
di migrazioni di pesci e d’uccelli,
il vostro nome ha rapido suono
di pinne e d’ali e noi fra quelli
vi immaginiamo, perché è vero
che anche la vostra meta è un mistero.
di Stefano D’Arrigo, da Codice Siciliano (Lo Specchio, Oscar Mondadori, 1978).
in copertina, di Piero Guccione, Studio per l’Autonomia il muro del mare, 2010.
