Immagine di Lucio Arantes
SILLABARI
Rubrica a cura di Silvia Rosa
PAROLA | ANTONIO FIORI
Sembrerà strano che la parola di sintesi della raccolta sia “parola”, ma lo è proprio, necessariamente, senza alcuna intenzione provocatoria. Le occorrenze sono nove, tre al singolare e sei al plurale. La parola in poesia è cercata costantemente per essere offerta, spezzata come il pane del cenacolo. Oppure, a volte, solo per nasconderla, tentare di salvarla dal fraintendimento, dai pericoli della nominazione, dal diluvio verbale e iconico che ci sommerge. Nella seconda poesia della raccolta – Onore al bianco del foglio – “la parola da scrivere”, finalmente trovata, è poi scritta con l’inchiostro bianco, appunto per nasconderla subito e salvarla. Invidio chi ha “le parole che bastano per vivere”, provo a “chiedere alle parole di convocare/ – da età lontane – le persone”. M’accorgo anche, un giorno, che “la sfida era nelle parole, quelle degli altri… e quella sera le parole furono rimestate,/ in altre forme.” L’invito è sempre lo stesso: interrogarsi sulla parola che manca, cercarla, scartarla, riscoprirla – sperando di trovare, nella vita, “una parola che infine dica/ cosa lasciare e cosa prendere”.
Da La stessa persona (peQuod 2024)
Onore al bianco del foglio
al silenzio che lo colma
a quest’orlo che taglia.
Onore alla parola da scrivere
al senso che nasconde
al suo apparire viva.
Onore al tuo esitare, al non sapere se dirla
al traboccare dai margini la voglia
di farla nascere, di scriverla.
Amore è scriverla col bianco
inchiostro che la dice e insieme la cancella
che la nasconde a tutti per salvarla
lasciando bianco il foglio
rendendo impossibile trovarla.
*
Per poche ore all’anno stiamo insieme
il mare e il vento ogni volta ti portano
e riprendono; figlio che sa trovare casa
sopra un albero, che ha imparato
(e m’insegna) ad essere migliore
-hai con te sempre le cose che servono
e le parole che bastano per vivere
sotto il cielo dell’isola.
*
Dove sono oggi i maestri
padri putativi dallo sguardo severo
che donavano parole introvabili?
In che città dovremmo cercarli
in quale stagione dell’anno?
Non saprei dirlo davvero
-so solo che sento ogni tanto
la voce e il silenzio di Angelo (*)
(*) Angelo Mundula (1934 – 2015) poeta e critico sassarese, firma autorevole dell’Osservatore Romano, amico e maestro.
Antonio Fiori è nato a Sassari nel 1955. Nel 2004 è tra i sette poeti vincitori per la silloge inedita al Premio Montale Europa e nel 2019 ha ricevuto il riconoscimento ‘Per una vita in poesia’ al Premio Lorenzo Montano. Ha pubblicato: Sotto mentite spoglie (Manni, 2002), La quotidiana dose (Lietocolle, 2006), Trattare la resa (Lietocolle, 2009), In merceria (Carlo Delfino, 2012), Nel verso ancora da scrivere (Manni, 2018), I Poeti del sogno. Piccola antologia (Inschibboleth, 2020), Vita di un altro (Inschibboleth, 2023). Suoi testi sono apparsi su ‘L’immaginazione’, ‘Mathesis’ e ‘Gradiva’. Dal 2015 al 2019 ha collaborato come recensore al mensile ‘Poesia’. È redattore nelle riviste on line Avamposto poesia e Atelier poesia. Collabora inoltre con Menabò, quadrimestrale internazionale di cultura poetica e letteraria.
