Qualcuno che canti le follie di Dio (XV) – Io desidero te

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Io desidero te, soltanto te
il mio cuore lo ripete senza fine.
Sono falsi e vuoti i desideri
che continuamente mi distolgono da te.
Come la notte nell’oscurità
cela il desiderio della luce,
così nella profondità
della mia incoscienza risuona questo grido:
“Io desidero te, soltanto te”.
Come la tempesta cerca fine
nella pace, anche se lotta
contro la pace con tutta la sua furia,
così la mia ribellione
lotta contro il tuo Amore eppure grida:
“Io desidero te, soltanto te”.

(Rabindranath Tagore)


Potessimo anche noi cantare senza sosta “io desidero te, soltanto te”. Potesse quel “te” a cui è rivolto il canto incarnare la pace, il più profondo senso di quiete, l’armonia.

Potessimo sentire necessario solo questo folle amore che altro non desidera che il bene, la sua realizzazione. Un bene che ha la sola ambizione di esser tale per tutte, tutto e tutti. Un bene necessario che non ha radici nella storia, ma nell’eterno. Un bene che quando ci pensi ti commuovi.

Un bene così grande che non bastano tutte le primavere a raccontarlo. Quel bene che ti fa sentire viva e sacra la giustizia. Che nella verità ha piantato i suoi semi. Un bene che realizzato non è il paradiso, perché il paradiso sarebbe davvero troppo poco.

Sogni così folli noi non abbiamo più il coraggio di sognarli. Ai nostri figli chiediamo di essere scaltri, furbi e svegli, perché il mondo è così, il mondo ti frega e tu fregalo prima che ti freghi lui. Chi sogna è sciocco, è un perdente, nella vita non realizzerà mai niente.

E intanto violenza su violenza demoliamo ogni bellezza, ma nessuno che se ne assuma la responsabilità.


Cogli questo piccolo fiore e prendilo.
Non indugiare!
Temo che esso appassisca
e cada nella polvere.

Non so se potrà trovare posto
nella tua ghirlanda,
ma onoralo
con la carezza pietosa della tua mano
e coglilo.

Temo che il giorno finisca
prima del mio risveglio
e passi l’ora dell’offerta.

Anche se il colore è pallido
e tenue è il suo profumo
serviti di questo fiore finché c’è tempo
e coglilo.

(Rabindranath Tagore)


Questo fiore è la bellezza. E forse davvero comincia a essere tardi. Ma io proprio non mi arrendo, e voi?

Non celare il segreto del tuo cuore,
amico mio.
Dillo a me, solo a me, in segreto.
Tu che sorridi tanto gentilmente,
sussurralo sommessamente,
il mio cuore l’udrà,
non le mie orecchie.

La notte è fonda,
la casa è silenziosa,
i nidi degli uccelli
son coperti di sonno.

Dimmi tra lacrime esitanti,
tra sorrisi titubanti,
tra dolore e dolce vergogna,
il segreto del tuo cuore!

(Rabindranath Tagore)